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Bibliografia

IL GIOCO DELLO SCARABOCCHIO

 

D. W. Winnicott sviluppò tra il 1964 e il 1968 un tipo di intervento applicabile nel colloquio con bambini come strumento diagnostico-terapeutico, e lo chiamò "squiggle game", ossia il "gioco dello scarabocchio".

Lo presentava al bambino semplicemente così: "Io chiudo gli occhi e faccio uno scarabocchio sul foglio; tu ci disegni sopra e lo fai diventare ciò che vuoi, poi tocca a te fare la stessa cosa, mentre io la farò diventare ciò che voglio".

 

È un modo per entrare in rapporto col piccolo paziente, per creare un colloquio con lui, favorendo lo spazio per un gesto spontaneo.

Per Winnicott la psicoterapia stessa è qualcosa che ha a che fare con due persone che giocano insieme, e il gioco dello scarabocchio serve appunto a creare uno spazio in cui possa esprimersi il potenziale ludico della mente infantile.

Quando ciò avviene, il bambino si apre interamente e crea col terapeuta una relazione densa, piena e fiduciosa. 

Testi per approfondire:

 

Winnicott D. W.(1974), “Gioco e realtà”, Armando editore

 

Winnicott D.W. (1977), “Sviluppo affettivo e ambiente”, Armando editore

 

Winnicott D.W. (1983), “Colloqui terapeutici con i bambini”, Armando editore

 

Winnicott D.W. (1992) “La famiglia e lo sviluppo dell’individuo”, Armando editore

 

Freud S. , “Opere” Bollati Boringhieri

 

Freud A. (1969), “Normalità e patologia del bambino”, Feltrinelli

 

Freud A. (1967) “L’Io e i meccanismi di difesa”, Martinelli

 

Milner M. (1974) “Le mani del dio vivente”, Armando editore

 

Dicks H.V.(1997), “Tensioni coniugali” Borla

 

Klein M. (1969), “La psicoanalisi dei bambini”, Martinelli

 

Ferenczi S. (1988), “Diario clinico “, Raffaello Cortina

 

Lebovici S. (1988) “Il neonato, la madre e lo psicoanalista. Le interazioni precoci.” Borla

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